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Viaggiando: Il lago Baikal e l’isola di Olkhon

Verso sera il vento cala ed entriamo in un vuoto dorato. E’ questa la Siberia originaria, penso: la Siberia sfuggente, infinita, che perdurava com un inconscio geografico negli occhi dei primi viaggiatori. Il suo vuoto apparente era una lavagna pulita su cui scrivere. Per secoli sollevò dicerie e leggende, evocò ideali, suscitò paure. Persino il suo nome siber – una fusione mistica tra il mongolo siber, “bello, puro” e il tartaro sibir “terra addormentata” – suggeriva l’immagine di un altrove vergine e in attesa. Hegel la collocò addirittura fuori dai confini della storia: troppo fredda e ostile per ospitare una vita significativa. (“In Siberia” di Colin Thubron) “Siberiaaaaaaaaaaaa!” grido a bassa voce scendendo dal treno e  soffocando l’entusiamo di un bambino. Come un marinaio che vede terra dopo giorni di navigazione approdiamo a Irkutsk, una città commerciale e industriale che un tempo chiamavano “la Parigi della Siberia”. Il paragone mi sembra subito azzardato ma sono le otto di sera e l’oscurità che sovrasta la città non aiuta ad orientarmi. Grandi palazzi, luci di negozi e centri commerciali prendono il posto delle infinite distese e spazi enormi che sognavo durante il lungo viaggio in treno. L’indomani mattina si parte verso l’isola di […]

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Viaggiando: Transiberiana

Il crepuscolo arriva di colpo, come se qui cadesse anche il confine tra la luce e l’oscurità. La Siberia è a pochi chilometri soltanto. Mi sale un brivido di paura. Sto lasciando la Russia europea per inoltrarmi in una terra che nel nostro immaginario è più una regione geografica che un paese, e persino in quest’ultimo istante, tutto quello che si trova davanti a me – la violenza del paesaggio e dei tempi – dà la sensazione di assottigliarsi, troppo freddo o troppo vasto per essere reale. La Siberia incombe nell’oscurità, come l’ultima misteriosa frontiera. Il posto da dove non tornerai. (Colin Thubron – In Siberia) Salgo sulla carrozza 12, pronto a lasciare la stazione di Yekaterinburg e l’occidente. Il primo giorno sulla Transiberiana è trascorso e a questo punto la mia percezione del tempo è ormai andata in tilt. Mi siedo sulla mia cuccetta e osservo dal finestrino il lento muoversi del treno che riprende il suo passo solenne. Il mito della Transiberiana diventa sempre più familiare e mi sembra quasi di volare su una regione che non esiste, tra due binari che vanno oltre lo spazio e il tempo. Riprendo a consultare ora “Buonanotte Signor Lenin” di Terzani […]

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Viaggiando: Mosca

Viaggiare camminando rivela il suo segreto: si pensava di andare verso gli altri e invece si è arrivati a se stessi. (Bernard Ollivier) Come fossi un antico migrante sono sdraiato in una cuccetta di terza classe sul treno diretto verso la Siberia. Il treno rallenta per fermarsi alla stazione di Yekaterinburg. Qui convenzionalmente è segnato il confine tra Europa e Asia. Scendo giù dal treno per vivere l’ebbrezza di trovarmi con i piedi sui due continenti. Respiro profondamente come a voler far mio una parte di questo luogo sconosciuto. Poi rivolgo lo sguardo verso ovest, verso i 1791 km percorsi e saluto simbolicamente la mia Europa. Ovest o est? Europa o Asia? Cos’è la Russia? Mi ritrovo dentro al dibattito senza fine di un popolo. La mancanza di una risposta regala ai russi quasi un piacere velato che fluttua in una sorta di equilibrio surreale in cui l’appartenere a entrambi i continenti o a nessuno diventa superfluo. Sentirsi estranei al mondo che ti circonda dissolve il senso di appartenenza. E’ questa la prima sensazione che ho provato appena messo piede a Mosca. Mi sono sentito estraneo a ciò che mi circondava e allo stesso tempo mi sono sentito al centro del mondo. Un mondo […]

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Viaggiando: Londra

Ma altri viaggi rimarranno per sempre con te , anche se non è la prima volta.

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