Regista per una sera

Sono in trasferta per lavoro, preparo la relazione che domani dovrò illustrare alla biennale…

alla stanchezza fisica si sommano stress, ansia, emozioni e irrequietudine dei giorni, mesi trascorsi. Mi sono portata tutto ciò, ahimè, in valigia. Che sciocca, non potevo lasciare questo pesante fardello a Milano?

Un applauso mi solletica la curiosità. Da dove proviene? Poi risate, musica dal vivo, quindi una recita. Ohi, boh?! Non mi è mai capitato di essere ospite di un hotel che, proprio la sera in cui alloggi, organizza un evento giocoso e gioioso per infondere spensieratezza e tranquillità! Persino il bimbo di soli due anni, figlio della lettrice, dorme beato e non accenna smorfie, né muove un’unghia. Tutto ciò ha dell’assurdo! Dell’incredibile! E allora decido di calarmi nella parte di chi governa i personaggi per godere anch’io di questa magia. Non potrei fare diversamente, visto che non sono stata invitata, né sono una parte del pubblico pagante. Essere regista mi fa divertire e con il giovane papà di Andrea diventa il mio medico psicologo, in realtà è proprio anche un dottore, che mi passa la ricetta della vita: prevenire le lacrime e la depressione con un’abbondante dose di coccole, consolazione e amore. Proprio questo volevo che dicesse il mio giovane protagonista! E la trama prosegue sino al più bel lieto fine che abbiate mai ascoltato. L’autostima, che è serenità e fiducia in se stessi e nel prossimo, risolve ogni problema perché lo inquadra in un frammento di film che è preceduto e seguito dal silenzio armonioso e musicale di un sonno che può godere finalmente. Il problema è stato compreso, capito, colto e dispiegato, portato al centro di un cassetto, ben catalogato e al contempo condotto fuori, via, via per sempre, più lontano da te, finché, sia che sia dentro sia che sia fuori, te ne dimentichi…allegramente!

E così si compie tutti i giorni il magico rito della vita conquistata e degna di essere vissuta: tu, regista e interprete della tua vita per una vita…!